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Conservazione

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Ibis eremita Geronticus eremita - fotografia di Nicola Pini

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L’Ibis eremita è un raro uccello appartenente all’ordine dei Pelecaniformi che può raggiungere un peso tra 1 e 1.5 kg, e un’apertura alare di 125 cm; maschio e femmina sono uguali, non esiste quindi dimorfismo sessuale.

Il suo piumaggio è nero con riflessi iridescenti verdi e violacei, la testa degli adulti è priva di piume, a parte una specie di corona di piume di più lunghe sulla nuca. Le zampe e il becco sono rosse; il sensibile becco incurvato verso il basso è specializzato per la predazione di insetti e di larve presenti nel terreno..

Questa specie può essere considerata sinantropica, infatti possiamo trovarli nei pressi dei centri abitati dall’uomo. L’Ibis eremita colonizza il tipico habitat composto da prati erbosi (come anche campi da golf e campi agricoli)..

Questo uccello non è necessariamente monogamo, nidifica in colonie ed entrambi i partner partecipano alla costruzione del nido, alla covata delle uova e alla cura dei piccoli quando nascono. La femmina depone all’incirca quattro uova; dalla schiusa ci vorranno ancora dai 45 ai 50 giorni perché i piccoli possano essere in grado di volare. All’inizio i giovani voleranno e cercheranno il cibo con i genitori, dopodiché si uniranno con altri esemplari della loro età formando dei piccoli stormi. In autunno migreranno per la prima volta, lo stormo si unirà a degli esemplari esperti e impareranno da loro la rotta migratoria per lo svernamento.

L’Ibis eremita è una specie considerata in pericolo (categoria EN della IUCN). Esiste un progetto per lo studio, la conservazione e la reintroduzione dell’Ibis eremita in natura. Le popolazioni all’interno degli zoo sono sempre più in crescita e al momento si contano circa 2000 individui che fungeranno da base per l’attuazione di progetti scientifici e conservazionistici. Si sta cercando di accompagnare gli stormi in volo per insegnare loro la loro vecchia rotta migratoria, sperando che un giorno si tramandino le conoscenze e non ci dovrà più essere bisogno dell’aiuto dell’uomo.

Altre informazioni riguardo il progetto per la conservazione dell’Ibis eremita si possono  trovare a questo link.

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